IL FEMMINICIDIO

IL FEMMINICIDIO

 

Ormai è diventata un’autentica piaga sociale vista l’alta frequenza di questo increscioso fenomeno che provoca angoscia e sgomento in tutti noi………”

Deturpa il con l’acido il volto della fidanzata che l’aveva lasciato”……..”Massacra di botte la moglie che voleva separarsi da lui”………”Spara un colpo di pistola alla moglie e poi tenta il suicidio”……..questi e tanti altri titoli analoghi hanno costellato le tristi pagine di cronaca nera dei giornali; la ripetitività nefasta di tali accadimenti sembra conferire a tale fenomeno la classica caratteristica della punta dell’iceberg la cui estensione non si conosce precisamente, appunto perché sommersa.

Allora la domanda è :cosa emerge attraverso quella punta e cosa si agita nel sommerso più profondo? Il classico uomo della strada potrebbe dire che queste cose sono sempre esistite…..certamente SI’!…….ma assolutamente NO in queste proporzioni e con questa frequenza.

E allora facciamo un po’ di storia. Correvano gli anni ’60, quando dagli Stati Uniti veniva importato il movimento femminista la cui principale rappresentante era Jane Fonda, figlia del noto attore Henry Fonda, da cui aveva ereditato quel fascinoso carisma che li caratterizzava entrambi.

Da quel momento in poi si assiste all’avanzata del popolo femminile in termini di rivendicazione di diritti politici e civili alla pari con quelli già appartenenti agli uomini; (ad onor del vero qualcosa del genere già era stato anticipato in Inghilterra dal movimento delle suffragette e all’approdo del suffragio universale che in Italia vide le donne votare per la prima volta nel referendum del 1946 che sancì il passaggio dalla monarchia alla repubblica).

Negli anni ’60 e ’70  il movimento per l’emancipazione delle donne si coniugò con le lotte operaie e studentesche nell’ambito della lotta politica di ispirazione marxista che promuoveva l’emancipazione di tutti quei ceti, classi e soggetti più deboli e oppressi dal capitalismo imperante, soggetti che  mai avevano trovato voce nel capitolo della storia dell’umanità, di cui anche le donne avevano certamente fatto parte fino a quel momento.

Dagli anni ’80 in poi si assiste ad una biforcazione fatale: mentre la promessa di libertà ed uguaglianza sociale d’ispirazione marxista attuata dai regimi comunisti ha vacillato fino all’ecclissi totale, la marcia del popolo femminile che rivendicava libertà ed uguaglianza sociale si è rivelata inarrestabile ed è proseguita fino ai giorni nostri.

Oltre all’aborto e al divorzio, conquiste di vecchia data, la parità dei diritti per lo studio, per il lavoro e soprattutto per poter ricoprire posti di rilievo nelle alte sfere del potere politico, accademico, amministrativo, economico nella piccola, media e grande industria. Insomma donne manager!……donne in carriera!…..donne che non recedono che non hanno più paura di chi per secoli le ha estromesse dalla gestione della RES pubblica e privata. (si noti come sono stati declinati al femminile termini come sindaco, ministro, cosa inconsueta e impensabile 30/40 anni fa).

La conquista di quei territori che tradizionalmente appartenevano all’uomo ha significato per quest’ultimo l’erosione implacabile del “suo potere sulla donna” che lo confina nell’angoletto angusto del vissuto di piccolezza impotente, incapace di ricostruire il senso di un proprio SE’ a prescindere dalla donna.

In questa situazione qual è il colpo di grazia che potrebbe ricevere il povero ometto?

Esattamente quello dell’ABBANDONO che rovescia completamente i ruoli tradizionali; abbandono che risuona più o meno così: “ Non solo posso vivere tranquillamente da sola, ma vivo molto meglio senza colui che pretende ancora di essere il padrone della mia vita e che invece l’affossa!”.

E’ lo smacco terrificante, intollerabile  che incute smarrimento e terrore negli uomini e fa esplodere la violenza omicida.

E’ lo smacco che , come la cartina al tornasole, svela la verità che è sempre esistita anche quando non si vedeva: affettivamente l’uomo è sempre stato più debole e dipendente dalla donna anche quando sembrava il contrario, semplicemente erano le sue orge di potere che gli facevano credere il contrario e producevano socialmente questa distorsione percettiva; (guardate i destini di una coppia di vecchietti: muore lei , lui si sente perso, muore lui, lei se la cava).

Ma adesso che il cristallino della storia ha rifocalizzato l’immagine corretta saranno gli uomini capaci di ritrovarsi!?……..ai posteri l’ardua sentenza!

 

 

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