L’ORIENTAMENTO IN PSICOTERAPIA
La cultura dell’orientamento in Italia è certamente indietro rispetto agli altri paesi europei che godono di più ampia tradizione anche se non in modo così eclatante come potrebbe sembrare a prima vista.
Ma se parliamo di orientamento in psicoterapia entriamo certamente in un territorio assolutamente “vergine” e inesplorato e ciò non solo nel nostro paese.
Il fatto che alla cultura dell’orientamento nel settore scolastico (scelta della scuola superiore o della facoltà universitaria) e del settore professionale (individuazione di arti, mestieri e mansioni aziendali) non sia corrisposta altrettanta cultura orientativa nel settore post-universitario, è probabilmente l’effetto nefando di una tradizione antiquata che identificava l’orientamento con la fine dell’età evolutiva.
Invece, riferendoci alla definizione dell’UNESCO nella conferenza di Bratislava del 1970: “l’orientamento e un’educazione permanente che dura tutta la vita”.
Venendo all’argomento in esame c’è da dire che dall’istituzione nel 1971 nei primi corsi di laurea in psicologia a Roma e Padova, il nostro paese ha certamente fatto grandi balzi in avanti considerando sia il proliferare continuo di nuove facoltà di psicologia negli atenei del territorio nazionale sia la costituzione di un Ordine professionale che ha istituito un albo professionale degli psicologi con la legge 56/89 nel 21/2/1989 e soprattutto considerando la moltiplicazione incessante fin dagli anni ’80 negli istituti privati di formazione in psicoterapia che oggi godono di ampio riconoscimento giuridico e che rappresentano una straordinaria ricchezza produttiva al punto che la sovrabbondanza dell’offerta formativa può addirittura confondere chi si accinge alla “scelta” di un percorso.
Queste considerazioni ampiamente positive e particolarmente l’ultimo punto, evidenziano però un neo storico nel campo della psicologia (come del resto nella stessa medicina ma anche in altre facoltà universitarie): quello “spazio” tra la formazione universitaria e la formazione specialistica è rimasto inspiegabilmente “vuoto”, “terra di nessuno”, occupato nella migliore delle ipotesi dal buon senso informativo dello studente e nella peggiore delle ipotesi dal seguire il gregge dei luoghi comuni del “così fan tutti”.
L’istituto Archèon, fin dall’anno della sua formazione nel 1991, ha inteso occupare tale “spazio vuoto” cercando di fornire una risposta esauriente all’urgenza di un orientamento storicamente latitante.
In questo breve spazio non è possibile approfondire dettagliatamente tutte le sfumature delle innumerevoli tematiche, ma cercheremo di riassumere le linee costitutive dell’orientamento in psicoterapia così come dopo un decennio di studi è stato concepito dall’Istituto Archèon:
1) Le scuole e gli approcci in psicoterapia non vanno identificate “tout court” con i “modelli clinici”, ma più precisamente ogni singola scuola afferisce ad un “modello clinico” che gode di una sua organicità strutturale accreditata dalla tradizione.
Basti pensare al variegato mondo delle scuole psicoanalitiche e all’evidente “diversità” intercorrente tra una psicoanalisi junghiana, lacaniana, adleriana, reichiana, ecc., ma tutte sono certamente riassumibili nel “modello psicoanalitico” che rappresenta il loro grande contenitore.
Sono stati così concepiti 6 grandi modelli clinici che contemplano le svariate scuole di psicoterapia, sia quelle che godono di più ampia tradizione, sia quelle di derivazione più moderna derivate da una qualche costola antica:
- MODELLO PSICOANALITICO,
- MODELLO COMPORTAMENTISTICO,
- MODELLO COGNITIVISTICO,
- MODELLO SISTEMICO-RELAZIONALE,
- MODELLO UMANISTICO-GESTALTICO-ESPRESSIVO, MODELLO BIOLOGICO-FUNZIONALE (Parisella, 2002).
2) E’ stato costruito un “linguaggio clinico” che funge da “ponte” tra l’allievo (soggetto psicologico) e il “modello clinico” (modello formativo) in grado di leggere contemporaneamente sia le “caratteristiche di personalità” dell’allievo che la qualità della “offerta” formativa in psicoterapia, stimandole l’eventuale “affinità psicologica”. Il linguaggio-ponte trovandosi al crocevia tra psicologia generale, psicologia differenziale, psicologia clinica, psicologia della personalità, riesce a contenere i “gerghi” di scuola ponendosi al di là di essi.
Tale linguaggio è costituito da 4 fattori fondamentali:
⦁ LE QUALITÀ TIPOLOGICHE DEL PENSIERO-LINGUAGGIO (“modi” e “stili” del pensiero)
⦁ LE QUALITÀ TIPOLOGICHE RELAZIONALI (modi del “percepire”, del “fruire” e del “consumare” la dimensione del rapporto con l’altro).
⦁ LA DINAMICA DEL PROCESSO PSICHICO (processo alternativo di introversione-estroversione)
⦁ L’AREA DEGLI INTERESSI (interessi culturali intra ed extra-psicologici).
3) Per ciò che riguarda la strumentazione tecnica, la prassi orientativa vera e propria si articola in 5 momenti di cui il 3° fondamentale:
⦁ Un colloquio clinico generale (rilevamento dei dati clinici di personalità, anamnesi, situazione del momento di vita al presente, progetti futuri, ecc.)
⦁ Un colloquio culturale teso a individuare una possibile coerenza del curriculum formativo (diploma di scuola media secondaria, piani di studio universitari, tesi di laurea, esperienze formative in genere, ecc.)
⦁ Sono stati costruiti due test-questionari “ad hoc” di 125 items estimativi delle qualità tipologiche del pensiero-linguaggio e delle qualità relazionali capaci quindi di contenere e ricostruire la complessa casistica di tutte le “diversità” di pensiero e relazioni presenti nei modelli. In questa fase verranno somministrati i questionari “ad hoc”. (Candilera, Iliceto, Parisella, 2002)
⦁ Somministrazione del test EYSENCK- EYSENCK per la parte relativa alla scala di estroversione (EYSENCK- EYSENCK, 1997)
⦁ Scheda riassuntiva sui campi di interesse ricavata dalle aree culturali relative ai modelli.
Nella stesura finale, l’indagine fornisce un “profilo intellettuale” (naturale-culturale) dell’allievo che costituirà il quadro riassuntivo delle caratteristiche di personalità “reali” è “originali” dell’allievo descritte (anche per lui) secondo i 4 fondamentali delle QUALITÀ PSICOLOGICHE DEL PENSIERO-LINGUAGGIO, delle QUALITÀ TIPOLOGICHE RELAZIONALI, della DINAMICA DEL PROCESSO PSICHICO (introversione-estroversione), dell’AREA DEGLI INTERESSI.
Tale quadro di personalità potrà rientrare (sia pure per approssimazione) in uno dei tanti modelli ideali di personalità affini al modello formativo.
Per ulteriori approfondimenti bibliografici di rivolgersi alla LIBRERIA UNIVERSITARIA SAN LORENZO – Via dei Marsi 71 – ROMA . www.scione.it
BIBLIOGRAFIA
⦁ EYSENCK H.J.- EYSENCK S.B.C., Eysenck Personality Questionaire di Eysenck H.J. ed Eysenck S.B.C. Nella versione riportata in BERTOLOTTI G., MICHIELIN P., SANAVIO E., SIMONETTIG., VIDOTTO G., ZOTTI A.M. (1997), CBAZ. O. Cognitive Behavioural Assessment, O.S., Firenze.
⦁ PARISELLA U., 2002, Orientamento e psicoterapia. Per un linguaggio clinico “comune” agli indirizzi della psicoterapia nella prospettiva dell’orientamento dell’allievo, Vol. I, Scione Editore, ROMA
⦁ CANDILERA G, ILICETO P., PARISELLA U., (2002) “Orientamento e psicoterapia” – Test-questionari di orientamento per la psicoterapia (TOP I; TOP II) – Vol. II, SCIONE EDITORE, ROMA.